Per giungere nella bellissima Key West, ultima delle 1700 isole che formano le Florida Keys, l’arcipelago che “estende” la Florida in mezzo al mare per 120 miglia, si deve per-correre la famosa U.S. Route 1, che si snoda per ben 3846 km dal freddo Canada fino all’assolata Florida. La Route 1 nel tratto di collegamento tra le innumerevoli isole pren-de il nome di Overseas Highway ovvero la strada panoramica che con ben 42 ponti col-lega Miami alla cittadina dai tramonti mozzafiato e dove l’atmosfera vacanziera regna tra le belle case d’epoca.
E proprio a Key West, nel1928 Ernest Hemingway si ritirò e comprò una splendida casa per abitarvi con la sua seconda moglie, Pauline Pfeiffer.
Qui scrisse molti dei suoi libri più famosi, da Morte nel pomeriggio a Per chi suona la campana e si dedicò alla pesca e all’enologia ed iniziò a sognare l’Havana, che in realtà dista davvero poche miglia da questo che è il punto più a sud di tutti gli Stati Uniti.

La sua passione per i gatti era risaputa e qui accolse la sua prima gatta ricevuta in dono da un capitano di una nave. Il suo nome era Snow White, Biancaneve e aveva la caratte-ristica di essere polidattile, cioè aveva sei dita per zampa. Molti dei suoi discendenti a tutt’oggi, riportano questa particolarità. Le sei dita per zampa sono frutto di una mutazio-ne genetica, ma tale anomalia all’inizio venne considerata una deformazione e per di-versi anni Hemingway ebbe un contenzioso legale con il Dipartimento dell’Agricoltura della Florida che contestava i gatti polidattili.

I gatti sono sempre stati tra i protagonisti della grande casa dello scrittore che dedicò loro anche un racconto Cat in the rain; nella casa infatti sono raffigurati un po’ dappertutto, ricamati ad uncinetto sulle tende, dipinti in diversi quadri, nelle sculture di vetro di Lali-que. Accanto alla sua amata macchina da scrivere c’è perfino un gatto di ceramica firma-to da Pablo Picasso. Nella casa-museo, ancora oggi una cinquantina di gatti scorrazza-no liberi per la gioia dei migliaia di turisti che durante la visita se li trovano un po’ dap-pertutto. Sono curati addirittura da un veterinario appositamente ingaggiato e dal perso-nale del museo che li tratta come icone della storia della casa e del suo proprietario.

La tradizione, iniziata dallo stesso Hemingway, vuole che i nomi dei suoi gatti fossero dedicati ai grandi della letteratura, dello spettacolo e delle scienze. Ecco dunque i nomi di Edgar Allan Poe fino alla sicuramente molto sinuosa gattina Marylin Monroe, ma ci so-no anche Mark Twain, la meravigliosa Ava Gardner, Emily Dickinson, James Joyce e il geniale Pablo Picasso. Voluto dallo stesso Hemingway, in una zona un po’ nascosta, come è giusto che sia, del grande parco che abbraccia la casa, c’è un piccolo cimitero dei suoi felini con delle lapidi che li ricordano. Mi piace pensare che il grande scrittore in questo angolo appartato potesse dedicare parole e pensieri a chi, con le sue fusa, gli abbia fatto compagnia mentre creava le sue indimenticabili opere.